La rivoluzione in teglia di Gabriele Bonci: la pizza che ha stregato Roma ora arriva anche nei supermercati
C’è chi la chiama semplicemente “pizza in teglia”. Ma quando la firma è quella di Gabriele Bonci, diventa un racconto di territorio, un gesto d’autore, un’idea di panificazione che supera i confini del banco da lavoro. E oggi, quel gesto arriva anche tra gli scaffali dei supermercati, pronto a sorprendere anche chi non ha mai messo piede davanti a uno dei suoi laboratori.
Bonci non è solo un pizzaiolo: è un artigiano visionario, un poeta della farina. Ha preso un formato popolare e lo ha trasformato in un’icona gastronomica. Fermentazioni lunghe, impasti vivi, farine macinate a pietra, topping che raccontano storie: ogni teglia è una tela bianca, e ogni ingrediente scelto è un colpo di pennello.

Oggi quella teglia esce dalla bottega e incontra il grande pubblico. Ma non lo fa abbassando la testa. Lo fa con la stessa coerenza, la stessa ricerca, lo stesso rispetto per la materia prima che da sempre contraddistingue l’universo Bonci.
Nei banchi refrigerati, in confezioni che profumano di semplicità e verità, troviamo pizze che parlano chiaro: una rossa come quella che faceva nonna, una bianca con le patate che ha fatto scuola, una margherita che è un inno all’essenzialità. E non è solo un prodotto: è un segnale. È la dimostrazione che anche nella grande distribuzione può arrivare qualcosa che sa di casa, di artigianato, di passione vera.
“La mia pizza – ha detto una volta Bonci – non deve solo riempire, deve nutrire”. E in un’epoca in cui il cibo è spesso solo consumo veloce, la sua visione continua a ricordarci che si può fare diversamente. Anche in uno scaffale.

Il Giornale della Pizza continuerà a raccontare queste storie di farina, lievito e coraggio. Perché quando un pizzaiolo come Bonci decide di uscire dalla sua bottega, lo fa solo per portare con sé tutto quello che ha costruito: mani, cuore e visione.