GASTROMORRA – La prima scissione nel mondo della pizza

Un termine nato nel 2019. Un fenomeno che oggi fa più rumore che mai.
Gastromorra è una parola dura, tagliente, provocatoria. Eppure, necessaria.
A coniarla nel 2019 è stato Luciano Sorbillo, pizzaiolo, custode della tradizione napoletana e voce critica contro una deriva silenziosa ma pericolosa nel mondo della pizza: quella delle scissioni, dei clan, delle faide “gastronomiche”.

Per anni si è pensato che solo la criminalità organizzata si dividesse in clan, che solo lì ci fossero tradimenti e spartizioni di potere. Ma oggi, questa logica ha contaminato anche il mondo della pizza, che dovrebbe essere cultura, condivisione, verità.

Un mondo che si divide, invece di lievitare insieme

Nel panorama attuale, la pizza – simbolo universale di unione e italianità – è diventata per alcuni solo uno strumento.
Strumento per guadagnare visibilità, per imporsi con ruoli autoattribuiti, per dominare con logiche da “sistema”.
Nascono fazioni, titoli inventati, organizzazioni che più che celebrare la tradizione, la colonizzano e la piegano al proprio ego.

In questo scenario, Gastromorra diventa molto più di un gioco di parole.
È una denuncia. È una bandiera alzata da chi ama la pizza veramente e rifiuta compromessi.
È il grido di chi lavora in silenzio, impasta con rispetto e non cerca titoli, ma verità.

La pizza non ha bisogno di “capi”, ma di custodi

La pizza ha radici profonde: è il frutto di una storia antica, di mani che lavorano con passione, non con invidia.
Chi cerca di dominarla, di fondare “clan” e gestire poteri occulti, non la ama.
La sfrutta.

Luciano Sorbillo, con coraggio e chiarezza, ha deciso di rompere questo silenzio ipocrita, affermando che la vera pizza non ha padroni né clan.
Ha custodi, che la difendono.
Ha artigiani, che la rispettano.
Ha persone, che la vivono ogni giorno con sacrificio, dignità e coerenza.

No alla camorra della pizza. Sì alla verità.

Il rischio non è solo quello di dividere il settore.
Il vero pericolo è che questa mentalità da Gastromorra contamini le nuove generazioni di pizzaioli, illudendoli che per emergere servano solo follower, premi fittizi, o l’appartenenza a un gruppo potente.

Serve tornare alla verità. Alla terra. Alla farina. Al fuoco del forno.
Serve tornare alla pizza come cultura. Non come passerella.


📢 “La pizza va rispettata. Non colonizzata.”
Chi ama la pizza, la custodisce. Chi la usa per comandare, la tradisce.