Dino Pensato: l’eroe della pizza a taglio di Monterotondo
Il Giornale della Pizza oggi è andato a trovare Dino Pensato nella sua pizzeria a Monterotondo. Ad accoglierci un uomo dal sorriso sincero, lo sguardo fiero e le mani segnate dal lavoro, ma soprattutto una persona profondamente umana. La sua passione per la pizza a taglio non è solo un mestiere, ma una vera vocazione. Dino non è uno dei tanti: si distingue per cuore, umiltà e dedizione. Al suo fianco, sempre presente, c’è sua moglie Olga: una compagna instancabile nel lavoro e nella vita, con cui condivide ogni impasto, ogni teglia, ogni battito di questo amore chiamato pizza.
Abbiamo deciso di raccontare la sua storia attraverso le sue stesse parole.
Intervista a Dino Pensato
GdP (Giornale della Pizza): Dino, raccontaci da dove nasce questa tua passione.
Dino: Io vengo da una famiglia di pizzettari. Ci tengo a dire “pizzettari” e non pizzaioli, perché era un modo d’essere. Mio nonno, i miei zii, i miei cugini… tutti nel mestiere. Ho iniziato da bambino, nel negozio di nonno, capavo le patate, pulivo le teglie con i sacchi di juta. Poi un giorno ho toccato l’impasto… e lì è scattato qualcosa. Un colpo di fulmine. Da allora non ho mai più smesso.

GdP: Un amore a prima vista, quindi…
Dino: Sì, proprio così. Questo lavoro mi ha folgorato. Ho capito subito che la pizza a taglio sarebbe stata la mia vita. Ho fatto anni e anni di gavetta, ho imparato tutto quello che c’era da imparare, poi finalmente ho aperto la mia pizzeria personale, senza l’aiuto di nessuno, solo insieme a mia moglie.
GdP: Com’è stato quel momento?
Dino: Duro. All’inizio è stata una salita ripida. Ma ce la siamo fatta, io e Olga. Oggi lavoriamo fianco a fianco nella nostra pizzeria di Monterotondo. Ci mettiamo amore, impegno e tanta cura in ogni teglia. Ogni giorno ci svegliamo con la voglia di migliorare, di far felici i clienti. E la pizza… beh, è sempre la regina. La regina di Roma.

GdP: Cosa distingue la tua pizza?
Dino: La passione. Non faccio la pizza per vendere, faccio la pizza per emozionare. Ogni impasto ha la sua storia, ogni ingrediente ha una scelta precisa. La pizza deve avere sapore, identità e rispetto per chi la mangia. È un gesto d’amore.
GdP: Hai un messaggio per i giovani che vogliono intraprendere questo mestiere?
Dino: La pizza ha bisogno di eroi. Ragazzi che ci credono davvero, che non si fermano davanti alle difficoltà. Questo è un mestiere meraviglioso, ma richiede sacrifici, cuore, e soprattutto rispetto per chi ti sceglie ogni giorno.

Durante l’intervista, quando Dino ci parlava della pizza, si commuoveva. Si vedeva negli occhi che questa non è solo una professione: è vita, è memoria, è respiro. Dino è un uomo che ha dovuto affrontare battaglie personali molto importanti, ma ha sempre trovato la forza di rialzarsi, con il grembiule addosso e le mani nella farina.
È una persona che merita tanto. Vera. Sincera. Umile. Una di quelle che, anche in silenzio, lasciano un segno profondo. Il Giornale della Pizza ha incontrato non solo un pizzettaro d’eccellenza, ma un uomo straordinario.
Con Olga al suo fianco, continuerà a impastare emozioni e sfornare sapori autentici, finché ce la farà. Perché la pizza, per lui, è tutto. E noi, oggi, siamo felici di avergli stretto la mano, anzi di averlo abbracciato.
Grazie Dino, eroe della pizza a taglio.
