Il Giornale della Pizza incontra Antonio Lieto: “Difendiamo la vera pizza napoletana dalla finta pubblicità”
Nel mondo della ristorazione globale, il nome “pizza napoletana” è diventato sempre più usato – e spesso abusato – da brand e catene che nulla hanno a che vedere con la vera tradizione partenopea. Il rischio? Che la pizza napoletana venga trasformata in un semplice strumento di marketing, svuotata della sua autenticità.
Ne parliamo con Antonio Lieto, pizzaiolo, artista culturale e ambasciatore del Made in Italy, che ha recentemente rifiutato pubblicamente un’offerta di collaborazione da parte di uno di questi brand proprio per vergogna professionale:“Non potevo accettare. Il livello era talmente basso che avrebbe offeso la mia storia, il mio mestiere, la mia arte. Noi non possiamo svendere la nostra identità per una pubblicità.

Lieto, insieme a Marino Bove, è oggi uno dei rappresentanti della pizza napoletana autentica nel mondo, portando avanti valori, tecnica, rispetto e passione. La loro missione è chiara: difendere una tradizione secolare da chi la utilizza solo per fini commerciali, senza nemmeno fornire una vera formazione o conoscere le basi del mestiere.
“In molti brand – spiega Lieto – si vedono cornicioni gonfi solo per effetto scenico, impasti insensati, pizze chiamate ‘napoletane’ che non hanno nulla a che vedere con la nostra cultura. Si gioca con i nomi, si abusa dell’immagine, ma non c’è contenuto.
”Antonio Lieto vuole ribadire le vere basi della pizza napoletana: tecnica, consapevolezza, storia e rispetto per la materia prima.“Anche nella pizza – racconta – servono equilibrio e armonia. Non basta una buona cottura, bisogna conoscere l’impasto, il tempo, la fermentazione, il tocco. La mia pizza ha un cornicione basso, soffice e leopardato, come vuole la vera scuola napoletana.
”E aggiunge un messaggio forte anche per le nuove generazioni:“Oggi un bravo pizzaiolo deve essere formato nella maniera giusta e saper riconoscere il valore professionale, sia nel locale che rappresenta, sia nella pizza che porta a tavola. Una vera pizza deve essere equilibrata, saporita, con un cornicione che non superi la sfera della tradizione, e un panetto da 250 massimo 270 grammi.

Il resto lo fa lo stile personale, che si deve fondere con la qualità assoluta dei prodotti: quelli che sono patrimonio della nostra cultura e devono arrivare integri sulle tavole dei consumatori.”Il Giornale della Pizza condivide il suo appello e ne approfitta per celebrare anche i suoi traguardi: Antonio Lieto sarà premiato a Venezia con il riconoscimento “Star Chef” e a breve riceverà anche il prestigioso premio “Best Pizza”. Un segno che l’eccellenza, quella vera, viene riconosciuta e premiata.
Il suo impegno è una bandiera che sventola alta per l’Italia all’estero.

E proprio per questo, conclude:“Chi rappresenta la pizza napoletana nel mondo ha il dovere morale di rispettarla. Non possiamo lasciare spazio a chi la tradisce solo per convenienza economica. La nostra pizza è storia, è popolo, è amore. Non un format da esportare senz’anima.
Il Giornale della Pizza continuerà a dare voce a chi, come Antonio Lieto e Marino Bove, difende ogni giorno la vera identità della pizza napoletana, opponendosi con coraggio a chi vuole svuotarla di senso.
Perché la pizza non è una moda. È cultura.
